Boukèn in lingua cimbra significa benvenuti. E può capitare di sentirselo dire ancora in alcune zone della Lessinia. Infatti, a partire dal XIII secolo, gran parte del nostro territorio è stato colonizzato da gruppi di popolazioni di origine bavaro-tirolesi denominati ‘Cimbri’. Essi ci hanno lasciato la loro lingua, il Tauc, un dialetto Tedesco, che viene ancora parlato a Giazza e nella Lessinia orientale, numerosi toponimi sul nostro territorio e altrettanti cognomi.
Queste genti nel corso dei secoli hanno dato vita al ‘Vicariato della montagna’ un tempo costituito dai 13 Comuni cimbri: Velo Veronese, capoluogo del distretto, Roverè di Velo, oggi Roverè Veronese, Valdiporro, Azzarino (toponimo oggi desueto che indica un insieme di contrade a nordest di Velo), Camposilvano (attuale frazione di Velo), Selva di Progno con Giazza, Sprea con Progno, oggi Badia Calavena, Saline, oggi San Mauro di Saline, Bosco Frizzolana, oggi Bosco Chiesanuova, Tavérnole (attuale frazione di San Mauro di Saline), Alféria, oggi Cerro Veronese, Erbezzo e San Bartolomeo (attuale frazione di Selva di Progno).
La cultura cimbra vanta una vasta produzione letteraria, la presenza di un Museo dove permane viva la tradizione linguistica (Museo dei Cimbri di Giazza) e l’attività del Curatorium Cimbricum Veronense che tutela e diffonde le tradizioni e la lingua cimbra.
La Lessinia un tempo veniva chiamata la Montagna del Carbòn, proprio perchè i nostri antenati Cimbri producevano il carbone grazie ad un metodo di antica tradizione: la Carbonara.
Durante l'inverno veniva raccolta la legna, veniva accatastata dentro un camino costruito con i bastoni di frassino, coperta con uno strato di foglie e di terriccio, e circondata da zolle erbose per non far penetrare l'aria.
Alla fine di questo lavoro il carbonaro accendeva il fuoco e la carbonara, vigilandola poi per circa tre giorni e tre notti fino al cessare del fumo, un segno che la legna è tutta carbonizzata. La carbonaia veniva spenta con l'acqua e il carbone veniva poi messo in sacchi per poter essere trasportati.
Questo antica tradizione è tenuta viva a Giazza, dove solitamente in primavera questo rito attira molti curiosi! Ne avevate mai sentito parlare?
Nella notte più breve dell'anno, il Solstizio d'Estate, si accende la magia a Giazza.
Attorno a 13 bracieri si celebra il Fuoco - Waur con canti e danze.
Alla scoperta del mondo Cimbro insieme al professor Ugo Sauro, con una serata dal titolo "I Monti Lessini: la piccola patria (Heimat) dei Cimbri. Alla scoperta dei segni delle avventure umane delle comunità dei coloni tedeschi nel paesaggio e nell'ambiente montano della Lessinia".
"Comprendere la straordinaria ricchezza delle minoranze linguistiche e culturali per accogliere le diversità e riconoscerle come patrimonio culturale comune. Visita al Museo Etnografico dei Cimbri di Giazza." - Antonio Fiorentino